Nonostante io abiti distante da Lucca e sia dunque impossibilitata a frequentare la Biblioteca Civica Agorà di persona, seguo con particolare interesse la pagina Facebook, traendone dagli articoli e dai video pubblicati molti spunti per nuove letture o anche per delle riflessioni personali.
Questa piccola premessa per affermare che ho trovato molto stimolante l’idea della Dott.ssa Dati riguardo al suo progetto “Madeleine in Biblioteca”.
Ho molti ricordi di infanzia legati ai libri, poiché mio padre è uno dei bibliotecari della Biblioteca della Ghisa di Follonica. Avendo avuto la fortuna di poter praticamente vivere lì fin dalla più tenera età – infatti considero questa biblioteca come la mia seconda casa –, ho potuto vedere con i miei occhi tutti i cambiamenti che sono stati apportati nei vari anni.
Inizialmente all’interno della struttura non era presente una Sala Ragazzi, per cui i libri per bambini erano tutti posizionati su degli enormi scaffali – che ai miei occhi sembravano ancora più grandi, data la mia piccola statura – dietro alla parte del bancone dove si trovava solitamente mio padre.
Io sgattaiolavo quatta quatta, senza farmi vedere, dietro al bancone della biblioteca e mi lasciavo guidare dall’istinto tra i tantissimi scaffali che erano posti su lunghe file parallele tra loro, per cercare i libri della collana “Disney Junior” – quelli con la costolina laterale gialla – dei film d’animazione più famosi. Ricordo che mi sedevo in terra e appoggiata ad uno scaffale, nonostante non sapessi ancora leggere, sfogliavo tra le mie mani le storie di Bambi, Alice nel paese delle meraviglie, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani e Peter Pan, come fossero la cosa più preziosa sulla terra. Quello era un momento tutto mio, mi lasciavo trasportare dalle immagini raffigurate in quei libri, mi perdevo in quei colori accesi e mi sentivo felice.
È uno dei ricordi più belli che ho legati alla mia infanzia.
Un altro ricordo che ho ben impresso nella mia mente sono i libri delle musicassette Disney. Ricordo che seguivo con particolare attenzione sul libro la storia che veniva letta dal narratore. Inutile dire che con gli anni li ho poi imparati tutti a memoria e i libri sono diventati più un supporto per il visivo, piuttosto che per la lettura stessa.
Con il trascorrere degli anni piano piano sono cambiate anche le mie letture. All’interno della biblioteca era stata finalmente creata una Sala Ragazzi, uno spazio apposito per i bambini più piccoli e i ragazzi più grandi, dove poter leggere e fare i compiti della scuola. Ed allora ho iniziato a leggere i libri della collana “Istrici” (Salani Editore), di cui facevano parte molti libri di Roald Dahl; i libri de “Il Battello a Vapore” (Edizioni Piemme) e di conseguenza gli “Junior Gaia” (Mondadori Editore). Proprio in quest’ultima collana c’era uno dei libri che ancora oggi porto nel cuore con me, Smitty di Kristen D Randle.
In quegli stessi anni è stato pubblicato il primo libro di Harry Potter di J.K.Rowling. Inutile dire che la saga del piccolo mago mi ha accompagnata per tutta l’età dello sviluppo fino alla piena adolescenza. Ricordo che io e le mie amiche aspettavamo con ansia l’uscita dei nuovi libri, chiedendoci come si sarebbe evoluta la storia, che cosa sarebbe successo ai nostri personaggi preferiti e facendoci altre mille congetture. La lettura – anche se non era l’unico fattore – ci teneva unite e questo interesse comune stimolava anche la nostra crescita personale.
Per quanto riguarda le varie letture che mi sono state proposte negli anni delle scuole, invece, ho un chiaro ricordo della seconda media, quando il professore di Italiano, durante l’ora di Narrativa, ci leggeva ad alta voce David Copperfield di Charles Dickens. Ricordo alcuni dei miei compagni di classe con la testa ciondolante sul banco, annoiati e sconfortati. Io chiudevo gli occhi e cercavo di immaginare a pieno la storia che leggeva il professore. Non perché fossi una studentessa modello – non lo sono mai stata –, ma perché per me quello era un momento di svago, dove si poteva far correre libera l’immaginazione e rilassarsi.
Ammetto di non aver mai riletto il libro sopracitato, ma chissà che non me lo procuri per rinfrescarmi la memoria!
Infine, per riprendere la domanda dei libri letti di nascosto, nonostante avessi già una certa età, ce ne sono due in particolare che ricordo molto bene. Il primo è “Cento colpi di spazzola” di Melissa Panarello, che destò molto scalpore a livello nazionale; il secondo è “Platonic Sex” di Ai Iijima. Più che averli letti “di nascosto” diciamo che cercavo di non farmi vedere mentre li leggevo, dati i contenuti di entrambi i libri.
La lettura e i libri hanno sempre accompagnato il mio percorso di vita, alcuni anni con maggiore presenza ed altri meno, ma ci sono sempre stati.
Adesso che sono mamma, cerco di trasmettere a mio figlio questo amore che ho per la lettura e, fortunatamente, anche il mio compagno ama i libri, per cui credo che riusciremo a fargli comprendere quanto sia importante leggere e quanto farlo potrà aprire gli orizzonti della sua fantasia, portandolo ad immaginare e a vivere mille mondi diversi – e anche di più –, proprio come ha fatto e sta facendo ancora con noi.
Mi chiamo Monica e ho conseguito il dottorato di ricerca in in storia dei processi formativi presso l’Università di Firenze. Amo la lettura, le biblioteche e la storia orale. Ogni persona che incontro è un arricchimento, ogni racconto che ascolto un dono prezioso.