Un piccolo ma significativo ricordo di Gianni Rodari dedicato al famoso personaggio di Collodi tratto da "Studi Collodiani" (Fondazione Nazionale Carlo Collodi - Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, 1976, pp. 37-57)
Ringrazio Roberto Vezzani della Fondazione Nazionale Carlo Collodi per avermelo segnalato.
"Ricordo ancora la voce della mia maestra delle elementari che ci leggeva Pinocchio alla fine della mattinata, come premio, se eravamo stati buoni. Era un'ora molto bella.
La maestra leggeva bene, eravamo disponibili e distesi, di voti buoni o cattivi non c'era più rischio. Era un bel modo di stare insieme.
Conosco maestri d'oggi che leggono invece Pinocchio non alla fine, ma all'inizio della mattinata, non come momento di riposo ma al contrario, per mettere in movimento le energie della mente e della fantasia, per ridestare, se volete, lo spirito, dopo il riposo notturno, come la sveglia o la mamma hanno destato il corpo. Questo mi sembra un modo migliore. Terminata la lettura, quei maestri non dicono: "E ora sotto con le cose serie. Problema...". La cosa più seria era proprio quella lettura, dopo la quale le energie ridestate si mettono in movimento, in ogni direzione. Prima nella parola. Si commenta, si discute. Nella discussione può darsi che un argomento emerga tra gli altri, nasca un problema reale su cui indagare.
Pinocchio sbalordirebbe di un fatto simile: eccolo diventato, niente meno, maestro, animatore di attività, suggeritore di un lavoro interessante......eccolo anche dimenticato, ma come si può dimenticare un momento della crescita, conservando la ricchezza conquistata. Il libro come momento della vita infantile, della vita reale, non di quella vita per finta cui spesso si riduce la scuola. E' la sola strada per cui esso possa farsi amare . Altrimenti-non sia mai-anche Pinocchio, istituzionalizzato, finirebbe per diventare uno di quei libri che gli adulti impongono ai bambini, perchè fa parte del loro sistema di valori.
Sarebbe un brutto giorno quello in cui i bambini rifiutassero Pinocchio, come certi studenti più sventati che rivoluzionari rifiutano Dante o l'Ariosto"
Gianni Rodari
Pinocchio illustrato da JACOVITTI. Ringrazio Alessandra Manfredini (LAAV Pisa) per avermi permesso di fotografare il suo volume
Jacovitti ha illustrato la sua terza e ultima edizione di “Pinocchio” nel 1964. Le due versioni precedenti risalgono agli anni Quaranta. Il primo fu un esperimento che tentò tra il 1942 e il 1943 per la casa editrice La Scuola di Brescia. La seconda era una graphic novel pubblicata a puntate sulla rivista per ragazzi “Il Vittorioso”, tra il 1946 e il 1947.