Pubblicato da Einaudi nel 1976 Il formaggio e i Vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500 di Carlo Ginzburg, è sicuramente un classico della storiografia che sottolinea l’importanza della “storia dal basso” e della microstoria.
La vicenda scoperta da Ginzburg negli archivi del Sant’Uffizio è quella di un mugnaio friulano processato per eresia dal tribunale dell’Inquisizione che intorno al 1600 lo condannò al rogo per le sue stravaganti teorie secondo cui la vita sulla terra non sarebbe stata opera di Dio ma, proprio come accade al formaggio con i vermi, sarebbe nata in maniera spontanea.
Come sottolinea lo storico Robert Darnton, tra i molteplici meriti di questo complesso saggio c’è quello di riuscire a dimostrare come sia possibile analizzare la lettura in quanto attività della gente comune di cinque secoli fa. Come si formò le sue idee Menocchio? A quanto dice lui stesso, leggendo più che parlando con altri.
Al momento dell’arresto il vicario generale fece perseguire la sua casa trovando molteplici volumi di cui fu redatto un inventario. Dagli atti del processo risultano undici libri, in larga parte dati e ricevuti a prestito a causa delle difficoltà di reperimento e degli alti costi dell’epoca. Tra questi la Bibbia in volgare (proibita al tempo), Il cavalier Zuanne de Mandevilla, meglio conosciuto come I viaggi di sir John Mandeville, il Decameron, di Boccaccio, letto in edizione non purgata dal Sant’Uffizio. In generale si trattava di testi religiosi ai quali il mugnaio faceva riferimento per giustificare le sue idee, vite dei Santi, libri di viaggi, forse anche il Corano. E come li leggeva? Menocchio rielaborava a modo suo ogni conoscenza con cui entrava in contatto:
Interponeva inconsapevolmente tra sé e la pagina stampata una griglia che metteva in luce certi passi nascondendone altri, che esasperava il significato di una parola isolandola dal contesto, che agiva nella memoria di Menocchio deformando la stessa lettura del testo. (…) Fu lo scontro tra la pagina stampata e la cultura orale di cui era depositario a indurre Menocchio a formulare a se stesso prima, ai compaesani poi, infine ai giudici le opinioni “cavate dal suo cervello”.
Una storia insolita, come ammette lo stesso autore: la storia di un mugnaio friulano processato e condannato a morte per eresia che sapeva leggere e scrivere e che dimostrava una cultura superiore a quella della sua classe. Cultura che non coincideva affatto con i severi dettami della Chiesa, scandalizzata e stupita che un mugnaio potesse aver concepito un pensiero cosmogonico così semplicemente rivoluzionario da farsi capire da tutti. Un uomo pieno di idee, acuto, ma soprattutto lettore appassionato di libri la cui vicenda testimonia come la lettura abbia una storia.
Bibliografia
Carlo, Ginzburg. "Il formaggio ei vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500." (1976).
Robert, Darnton. Primi passi verso una storia della lettura. Il bacio di Lamourette, 1994, 117-153.