Leggere di nascosto in campagna. La ricerca di Michèle Petit

Questa è la mentalità qui: non si perde tempo a leggere, a fare le parole crociate. C'è sempre gente che passa e dice: "Oh sì, lei non fa niente mentre suo marito si spacca in due sul lavoro"

Si può leggere di nascosto perché è considerato un inutile ozio?

La risposta  purtroppo è sì!

Un emblematico esempio è fornito dagli studi di Michele Petit dedicati, seppur in parte, alla censura: non quella ecclesiastica e governativa ma quella dettata dal controllo sociale e dalla cultura di un determinato contesto. L’antropologa conducendo ricerche sulla lettura in ambienti rurali francesi negli anni ‘80, è rimasta sorpresa nel constatare che, in certe regioni, leggere poteva dimostrarsi impossibile, o rischioso, perché non serviva apparentemente a nulla, ovviamente, perché l'utilità di questa pratica non era stata “dimostrata”. Grazie ad interviste approfondite emerge come la lettura rappresentasse, per molti contadini, una sorta di trasgressione nei confronti di un controllo sociale ristretto, unita ad un certo senso di colpa. La lettura non era incoraggiata, la sua utilità non era evidente alla comunità rurale. Molte persone nelle interviste si riferiscono a questa prescrizione secolare “non bisogna perdere tempo, non bisogna restare senza far nulla”, come suggeriscono questi stralci dell’indagine:

Questa è la mentalità qui: non si perde tempo a leggere, a fare le parole crociate. C'è sempre gente che passa e dice: "Oh sì, lei non fa niente mentre suo marito si spacca in due sul lavoro"

Così questa ex ragazza di città, moglie di un contadino, si nasconde per leggere: "Quando vedo arrivare qualcuno, nascondo il libro... guardo cosa succede. La mia attenzione non è indifferente... Il minimo rumore... Mi preparo.

Mamma, non ammetteva di vederci leggere. Per lei, leggere era una perdita di tempo. Così, quando volevamo leggere, ci nascondevamo.

Penso che se mi ascoltassi, leggerei molto di più. Ma sentirei un certo senso di colpa, nel senso che sarei un po' vuoto. Non farei nulla di utile... Se leggessi di più, mi sentirei un po' un parassita.

Ieri mio marito è andato a fare una lunga corsa, quindi ho avuto cinque ore per aspettarlo. Ho preso un libro e un lavoro a maglia. Stavo pensando: da dove comincio?... Quando ho un mucchio di roba da stirare e sto leggendo, non ho la coscienza pulita, ma leggo lo stesso.

Sono stato anche trattenuto, perché mi ricordo che quando ero giovane, quando volevo finire un libro, dovevo prendere la mia torcia da sotto il lenzuolo, perché sapete, ai vecchi tempi, i genitori erano molto più severi di adesso. Avevo anche un'amica che faceva meglio, leggeva al chiaro di luna.

Ladefroux, R., Petit, M., Gardien, C. M. (1993). Lecteurs en campagne. Les ruraux lisent-ils autrement?  BPI, pp.167-168