150 ore e biblioteche operaie

"Componente significativa del modello 150 ore era la richiesta di un proprio impianto culturale in contrapposizione con la scuola tradizionale"
Biblioteche operaie

Gli anni Settanta rappresentano per l’Italia un decennio di sperimentazione straordinaria sul piano culturale e sociale, la scuola stessa si trasforma e si avviano programmi per la diffusione capillare della cultura. Uno strumento rivoluzionario in questo senso è l'introduzione delle 150 ore di studio per i lavoratori: nel 1973, con il Ccnl metalmeccanici fu infatti riconosciuto ai dipendenti il diritto a permessi retribuiti per poter ottenere il diploma di terza media.

Componente significativa del modello 150 ore era la richiesta di un proprio impianto culturale in contrapposizione con la scuola tradizionale, che doveva esserne a sua volta influenzata ed ispirata.. I nuovi corsi richiesero pertanto ad insegnanti, lavoratori, quadri sindacali, un vasto impegno di individuazione ed elaborazione di contenuti e metodi didattici inediti. La necessità di tener conto dell’esperienza sindacale e politica dei lavoratori, di collegarla e confrontarla con la cultura in un rapporto di apprendimento motivante e in linea con le esigenze di un discente adulto, comportava una revisione dei modelli culturali vigenti nella scuola media, una modifica del ruolo dell’insegnante, l’abbandono di alcuni tradizionali strumenti didattici: ciò che mancava palesemente era un sistema qualificato di educazione degli adulti.

Per quanto concerne il metodo l’attenzione fu posta sulla discussione, sul lavoro di gruppo, la decisionalità del collettivo, lo stretto rapporto insegnanti-studenti per la programmazione didattica e la gestione dei corsi. I temi di ricerca affrontati si dividevano tra l’ambiente di lavoro, le situazioni legate al vissuto dei corsisti o i problemi sociali più sentiti insieme allo studio della storia concentrato soprattutto sugli ultimi trent’anni per comprendere e problematizzare al meglio la propria vicenda personale. Tra gli argomenti specifici possiamo ricordare l’analisi della busta paga e della contingenza, il ruolo della fabbrica, la situazione dell’agricoltura, l’ambiente di lavoro, mentre in merito alla riflessione storica i filoni più diffusi furono la storia dell’industrializzazione, del fascismo, dell’immigrazione.

Le indicazioni sindacali proseguirono sul rifiuto del libro optando per la preparazione di materiali specifici (quotidiani, proiezioni video, dispense, ciclostilati) e la costituzione di biblioteche di corso, come si evince dal documento sopra riportato contenuto nel Fondo Flm 150 ore (b. 13854 fasc.02: Le centocinquanta ore a Pistoia, http://abd.cisl.it). Le opere letterarie presenti in questa piccola esperienza svolta dai lavoratori di Pistoia condividono diverse caratteristiche e temi propri dei corsi 150 ore :

1. L'importanza data alla rappresentazione delle condizioni di vita: si tratta di libri che esplorano tematiche come la povertà, l'oppressione, l'alienazione, la lotta per la sopravvivenza e la dignità umana. I personaggi principali affrontano difficoltà e ostacoli nel loro vivere quotidiano, spingendo i lettori a riflettere sulla loro condizione di subalternità e, in generale, sulla complessità dell'esistenza umana.

2.  L'attenzione alla critica sociale e politica. Alcuni di questi capolavori esplorano le disuguaglianze, le ingiustizie e i problemi strutturali presenti nella società. Attraverso le storie dei personaggi, gli autori invitano i lettori a interrogarsi sulle dinamiche di potere, sull'importanza della giustizia sociale e sulla necessità di un cambiamento.

In conclusione, si tratta di letture caratterizzate da un'impronta critica e realistica che, all'interno dei corsi, mirava a far riflettere i partecipanti su dinamiche storiche e sociali e sulle proprie condizioni di vita; proposte letterarie che rappresentano un emblematico esempio delle nuove metodologie didattiche proposte dalle 150 ore che aprivano orizzonti e percorsi inediti, superando l’atteggiamento passivo nei confronti dello studio.

Ulteriore piccola dimostrazione di questo cambiamento è rinvenibile nella creazione di un gruppo di lettura presso la biblioteca di Novate Milanese negli anni '80 su iniziativa di alcuni corsisti, documentata all'interno della pubblicazione "Nuove tendenze nelle 150 ore della scuola di base" a cura della Commissione di formazione 150 ore CEDOS, 1982.

Un'interessante iniziativa che, nata grazie alla partecipazione ai corsi 150 ore, univa operai e donne in un gruppo di lettura, rappresentando un’ importante esperienza di formazione degli adulti e un significativo esempio delle nuove prospettive di sviluppo della biblioteca pubblica.

Per approfondimenti sul tema vi invito a leggere il mio libro dedicato alle 150 ore, "Quando gli operai volevano studiare il clavicembalo" (2022), e alcuni articoli su rivista riguardanti l'esperienza in Toscana e nelle acciaierie di Terni dove l'istituto fu utilizzato in modo particolarmente originale per studiare teatro.