Nel 1980 Giulio Bollati aveva affidato ad alcuni scrittori il compito di realizzare delle antologie destinate alla scuola dell'obbligo: raccolte di testi e letture da cui doveva emergere un ritratto dello scrittore che le aveva composte. Solo Primo Levi portò a termine il compito, che sarebbe stato pubblicato nella collana "Gli struzzi", perché il risultato era più "alto" rispetto allo scopo. Da questa vicenda editoriale nacque La ricerca delle radici, un’antologia ma anche una messa a nudo di sé, dove lo scrittore torinese esclude volutamente nomi che sono (o dovrebbero essere) patrimonio di ogni lettore come Dante, Leopardi, Manzoni: “Se li avessi messi, sarebbe stato come se in un documento di identità, sul rigo segni particolari, si scrivesse due occhi”. Tra gli autori cui è più profondamente legato cita Belli, Porta e Conrad. In alcuni casi entra in gioco la vicinanza professionale (Bragg, Gattermann, Clarke, Lucrezio), in altri c'è l'amore per il viaggio e l'avventura (Omero, Marco Polo e altri). E poi Giobbe, Mann, Babel', Schalòm Alechém, Celan ed Eliot, Rigoni Stern, D'Arrigo e Langbein. Infine, il romanzo Remorques di Vercel è stato letto da Levi il giorno in cui i tedeschi hanno abbandonato Auschwitz ed egli temeva di morire.
Uno straordinario autoritratto composto di parole, libri ed autori.
Di seguito un estratto di Sir William Bragg, L'architettura delle cose, 1934.
Vedere gli Atomi.
A questo suo libro devo riconoscenza. L'ho letto per caso, a 16 anni, mi sono invaghito delle cose chiare e semplici che diceva, e ho deciso che sarei stato un chimico. Leggevo tra le righe una grande speranza: i modelli in scala umana, i concetti di forma e di misura, arrivano molto lontano, verso il mondo minuscolo degli atomi e verso il mondo sterminato degli astri: forse infinitamente lontano? Se sì viviamo in un cosmo immaginabile, alla portata della nostra fantasia, e l'angoscia del buio cede il posto all’alacrità della ricerca. Sarei stato un chimico: avrei condiviso la fiducia di Bragg (che oggi appare molto ingenua); mi sarei schierato con lui e con i leggendari atomisti dell’antichità, contro il gregge scoraggiato e pigro di chi vede la materia infinitamente, inutilmente, noiosamente divisibile.