I ricordi di lettura di Emilio

Sui dodici anni, fui ammonito dal prete, che ci consentiva di giocare al pallone nel giardino della canonica, a non perdere l’anima con i libri all’Indice.
Emilio, Lucca, 1940

Qual è il tuo primo ricordo di lettura?

Ho cominciato a leggere e a scrivere a cinque anni. Mio padre, operaio, ne era orgoglioso e mi iscrisse direttamente alle seconda elementare, previo un esamino. Leggevo fumetti, giornalini per bambini in casa di mia cugina “ricca”. Lì avevo di tutto a disposizione. Però i miei genitori (che leggevano poco, mio padre solo “l’Unità, mia madre fotoromanzi, ma anche libri rosa, storie d’amore), mi regalavano libri sia per il compleanno che per Befana.  Il vero libro della mia infanzia, il primo forse, è Pinocchio. Mi esaltava e atterriva, come una fiaba gotica.

Cosa hai letto durante l’infanzia? I genitori e la famiglia che ruolo hanno rivestito?

Ho già detto tutto, mi son lasciato andare ai ricordi. Ho letto molte fiabe, Grimm, Capuana. E favole, Esopo, La Fontaine. E giornalini di avventure, Tex, soprattutto, e le strisce dei supplementi del “Corriere”, a casa dello zio “borghese”. Anche, sempre, “Il Vittorioso” ancora dai cattolicissimi zii.

Che ricordi hai della lettura a scuola? Alle elementari, medie ed eventualmente alle scuole superiori?

Delle elementari non ricordo null’altro che “Cuore”, delle medie il ciclo omerico, i Promessi Sposi , poesie latine (Catullo, Tibullo) , il “De bello gallico”. Nei due anni di “magistrali”, Cicerone, Orazio, Verga, Victor Hugo, la triade Carducci Pascoli D’Annunzio e “La luna e i Falò” di Pavese.

C’è un ricordo particolare della tua vita legato ad un libro?

Sì, a due libri,per l’esattezza, che sconvolsero il mio modo di pensare la vita e il mondo, letti a sedici anni, durante le vacanze: “La montagna incantata”, che ora è tradotto “magica”, di Thomas Mann e “Delitto e castigo” di Dostoevskij, autore al quale sono rimasto legato indissolubilmente, come in un vincolo da discepolo.  

Che rapporto hai con le biblioteche?

Le amo, mi eccita anche il loro odore, vorrei spogliare ogni libro come fossero belle donne  piene di promesse.

Ci sono libri che hai odiato? Il tuo libro preferito?

Certo, quelli che ti fanno perder tempo, quelli d’evasione, volgari, stupidi, falsi (ce n’è un bel po’)  Libro preferito? Neanche a dirlo: I Fratelli Karamazov

Hai mai letto di nascosto? Ti sono mai stati proibiti libri.Perché?

Mai, che mi ricordi. Sui dodici anni, fui ammonito dal prete, che ci consentiva di giocare al pallone nel giardino della canonica, a non perdere l’anima con i libri all’Indice.

Che cosa significa per te leggere?

Beh, la lettura mi pare parte essenziale della vita. La scrittura mi sembra la maggior invenzione dell’avventura umana, dopo la fondazione dell’autocoscienza e della visione matematica della natura, che ci comprende e ci trascende