Il mio primo libro letto è stato come da classico, Pinocchio, libro regalatomi per le festività natalizie, un librone bianco, robusto è ben illustrato che poi è stato passato alle letture del figlio. Il ricordo delle lettura adolescenziali, parte da Renato Fucini con Le veglie di Neri, scritto vicinissimo alla mia terra, la Maremma, per poi esplorare una parte importante dei romanzi di Cesare Pavese: La casa in Collina, La luna ed i Falò, il Diavolo sulle Colline. Ampia testimonianza paesaggistica delle Langhe che mi ha sempre affascinato e testimonianza puntuale della lotta partigiana: All’inizio delle scuole superiori, venimmo interessati da una ricerca su le donne poetesse del Cinquecento, Veronica Gambara, e Gaspara Stampa,incuriosito da queste poetesse decisi di conoscere una scrittrice come Grazia Deledda e rimasi stupito per la bellezza del suo narrare, vicino alla prosa realistica dei Malavoglia di Verga, il suo libro Canne al vento è rimasto trai miei romanzi preferiti. La lettura non tanto segreta, ma in quel periodo proibita in Italia dal 1955 è stata la Nausea , l’Essere ed il nulla,La morte nell’anima di Sartre. Una scommessa su un pensiero difficile e provocante ma certamente moderno anche oggi.
Provando una certa antipatia politica per D’Annunzio, sono stato costretto a leggere una parte della sua opera che non ho saputo apprezzare se non la famosa poesia La pioggia nel pineto. Negli anni universitari ho abbandonato la letteratura per dedicarmi ad altri argomenti che quando ho tempo tutt’ora coltivo. Quando vado a Travale e non niente da leggere è sempre piacevole scorrere gli occhi su alcune novelle, raccolte in due voluminosi volumi di Guy de Maupassant.