Il racconto di Marina

Il mio primo ricordo di lettura è legato a un libro della Disney su Topolino e i contrari, che è passato a mio fratello, nove anni più piccolo di me, e ora a mio figlio di due anni. Indistruttibile e divertente....
Storie di lettura
Marina, 38 anni, Pozzallo (Rg)

 

Qual è il tuo primo ricordo di lettura?

Il mio primo ricordo di lettura è legato a un libro della Disney su Topolino e i contrari, che è
passato a mio fratello, 9 anni più piccolo di me, e ora a mio figlio di due anni. Indistruttibile e
divertente perché animato con finestre e immagini mobili. Mi ricordo ancora oggi le frasi e mi
sembra di tornare al tempo in cui era la mia mamma a leggermi quel libro. Ora io lo faccio con
mio figlio.

Cosa hai letto durante l’infanzia?

Durante l’infanzia sono stata catturata dal famoso “Corriere dei piccoli” e dalle storie di Pimpa.
Non vedevo l’ora che mio padre tornasse dall’edicola con il giornalino in mano per poterlo
sfogliare e scoprire una nuova storia.

I genitori e la famiglia che ruolo hanno rivestito?

Sono sempre stata circondata dai libri, avevamo in casa un’enorme libreria costruita sul camino
del salotto. I miei genitori non mi hanno mai spinto a leggere un determinato libro, mi hanno però aiutata a scegliere quando ero indecisa. Tuttora ci scambiamo consigli e suggerimenti sulle nostre letture.

Che ricordi hai della lettura a scuola? Alle elementari, medie ed eventualmente alle scuole
superiori?

Alle elementari leggevamo “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson e allora la lettura mi
sembrava un’imposizione della maestra e non un momento di libertà; alle medie, merito
dell’insegnante di lettere, scoprii un libro che mi affascinò molto e che ancora conservo: “La
ragazza di Osijek” di Stjepan Tomas. Alle superiori a fine anno scolastico la professoressa di italiano ci stilava un elenco di libri da leggere in estate: erano di Cassola, Silone, Bassani. Da lì è cresciuto il mio amore per la lettura.

C’è un ricordo particolare della tua vita legato ad un libro?

Ricordo quando nello scambio di libri con un’amica ritrovai dentro “Il ritratto di Dorian Gray”
dei vecchi appunti del liceo su Oscar Wilde scritti su dei fogli gialli extralarge stile americano. In
un attimo fui catapultata sui banchi di scuola, ricordavo la disposizione della classe, come in una foto un po’ sbiadita. Erano passati tanti anni, ma sentivo ancora le nostre risate durante le
interrogazioni per le pronunce in un inglese improbabile di un ragazzo che sarebbe diventato un
ingegnere, ma con un pessimo inglese.

 

Che rapporto hai con le biblioteche?

Andavo in biblioteca con i compagni di scuola per le ricerche di storia e qualche volta per cercare qualche libro specifico. Per me ha sempre rappresentato un luogo affascinante e un po’ misterioso con tutti quegli scaffali pieni che trasudano storie, e quindi vita. Oggi difficilmente prendo in prestito dei libri ma più che altro partecipo alle iniziative per donarne di miei.

Ci sono libri che hai odiato?

Non posso dire di aver mai odiato un libro, ma ci sono stati alcuni testi dei quali ho interrotto la
lettura perché secondo il mio punto di vista erano “freddi”, non riuscivano a trasmettermi nulla.

Il tuo libro preferito?

Non ne ho uno in particolare. Potrei menzionare “La signora delle camelie” di Dumas, ma perché
allora lasciare fuori “Genio o sregolatezza” dello stesso autore. Ho amato i romanzi spagnoli di
Zafòn, ma anche i russi di Dostoevskij. Come farei a non dire quanto mi appassionano gli autori
della mia terra. Uno per tutti: “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia.

C'è un libro (o più di uno) che ha modificato il tuo modo di vedere il mondo o te stesso? Me lo puoi indicare?

“Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello. Una riflessione profonda e immensa
sull’impossibilità di interpretare in modo univoco non solo la realtà che ci circonda, ma anche la
nostra identità, il nostro io più autentico.

Hai mai letto di nascosto? Ti sono mai stati proibiti libri? Perché?

In realtà, mai.

Che cosa significa per te leggere?

Leggere è come viaggiare: ti fa entrare in contatto con nuove storie, con culture diverse. Un libro ti porta lontano dalla tua realtà, ti fa dimenticare di essere seduto sul divano e di avere un libro in mano; ti fa immedesimare in qualcun altro, nelle sue emozioni, che sembrano diventare le tue.