Sbobinatura di intervista a distanza tramite registrazione (16 giugno 2020)
Come da scaletta qual è il tuo primo ricordo di lettura?
Alle elementari “Libro Cuore”, “Pinocchio”, “Piccole donne”, libri legati all’infanzia, era questo che consigliava la maestra di allora
I genitori invece?
Mi hanno sempre lasciato libera di leggere quelle che volevo, ma chiaramente assecondavano spesso la maestra, i miei erano persone intelligenti ma semplici. Poi alle spalle ho avuto la tradizione di una bisnonna maestra e in famiglia è rimasta un po’ questa cosa, abbiamo ancora dei libri che ci ha lasciato
In che anni hai fatto le elementari?
Io sono del ‘48, quindi nel ’54. Era una scuola diversa, completamente diversa rispetto ad oggi, sono rimasta affasciata dalla maestra a cui ero anche molto legata e poi ho respirato quest’aria della bisnonna, mio padre era del’21, mia nonna per i suoi tempi aveva fatto la sesta elementare e tutti in casa stimolavano alla lettura, eravamo una famiglia normale ma ho avuto questo input di amare la lettura, di essere curiosa
E questo bagaglio te lo sei portato per con te anche in età adulta?
Si assolutamente, ho fatto la vecchia scuola media dove si faceva ancora latino e poi mi sono iscritta al Magistrale che all’epoca durava 4 anni. Il primo anno un’insegnante terribile, era severa, molto, poco comunicativa, una scuola diversa, più nozioni, “I promessi sposi” li ho letti nel primo anno di scuola superiore tutti insieme, tanti testi, tieni conto che alle Medie si faceva tanta lettura, alle elementari quante poesie a memoria, tutte le poesie di Pascoli, quante poesie, quelle tradizionali ovviamente perché poi all’epoca c’era una certa censura. Poi ti dico nel triennio ho auto un grande insegnante di italiano che è stato la mia svolta, veniva da Genova, ha lavorato anche all’Università di Firenze, aveva una cultura sterminata, una cultura che abbracciava anche l’arte e li mi si è aperto un mondo. Poi leggevo molto per i fatti miei. I vicini di casa, due signori, soprattutto lui, era un grande amante della letteratura e aveva di tutto, facevo i compiti e andavo da loro prendendo quello che volevo. Non so quanto capivo, ma tutti i russi li ho letti tra i 15-16 anni. Tolstoj ad esempio, letture toste. Tanti tanti testi, tutta la letteratura americana, tradotta in italiano da Pavese all’epoca, io l’ho scoperta che ero una ragazzina e attingevo da questa biblioteca, i testi contemporanei poi erano difficili da trovare, Einaudi ha iniziato a pubblicare qualcosa nel ‘66 -’67. Ho fatto un percorso mio di testi miei, ho Steinbeck, Cronin, tutta letteratura americana, che non era da poco all’epoca, ho tanti bei ricordi della letteratura americana
Dopo le superiori hai continuato gli studi?
Si ho fatto Università. Mi sono iscritta a Lingue, erano gli anni caldi della Contestazione a Pisa, e tra virgolette io non ho condiviso proprio tutto di questa contestazione, come il 6 politico a tutti per esempio, ma sono stati anni fondamentali: a Pisa ho conosciuto grandi letterati come Blasucci conoscitore della letteratura di Pirandello e di Leopardi. Di Leopardi ho conosciuto le “Operette Morali”, amavo tutta la letteratura, c’erano questi corsi particolari e Blasucci aveva fatto un monografico su Leopardi. Poi avevo un po’ collaborato con lui, niente di particolare, all’epoca esistevano le dispense, lui mi aveva dato questa possibilità. Poi è stato bellissimo scoprire Pirandello, il suo teatro, al liceo non si arrivava ancora a Pirandello, si leggeva Pascoli e non tutto, tanto era censurato, D’annunzio anche (tra parentesi D’annunzio non mi piace devo dire). Insomma a Pisa ho conosciuto opere e autori che non avevo mai conosciuto, “Le satire” di Persio, ho imparato a leggere latino con la pronuncia classica e non ecclesiastica, ho avuto di latino Luca Canali, severissimo davvero. Faceva accostamenti Persio, Virgilio, Lucrezio. Ovidio, poi li legava alla contemporaneità, erano anni particolari, si tendeva all’esaltazione dell’ideologia, a Lingue secondo me c’erano pure dei terroristi, ci sono stati e come, c‘erano c’erano, volantini con la stella a 5 punte, c’erano.
Erano anni di partecipazione ma anche conflitto. E poi…
Mi sono accostata alla letteratura inglese, alcuni in lingua originale altri amati per i fatti miei, e ho fatto anche qualche lettura clandestina –proibita, come Lawrence, “L’amante di Lady Chatterley”. Avevamo libero accesso a Lettere dove c’era Guarnieri, un grande nome per i tempi che aveva contatti con grandi scrittori del tempo come Montale che era vivo, si leggevano le opere di Montale su testi senza note, le note era vivo e non c’erano, edizioni Mondadori. Suo contemporaneo era Gadda, autore difficile ma importante. Erano vivi Ungaretti, Quasimodo, Giovanni Giudici, Caproni e autori come Sanguinetti, e poi per la critica c’erano nomi come Fortini, tante cose che hanno cominciato a far parte della mia formazione. Il prof. delle superiori poi mi ha insegnato la lettura del testo diretta, “parla il testo”, leggo anche la critica ma la relazione primaria deve essere con il testo, capire ed interpretare indipendente dalla critica.
La tesi di laurea?
Mi è stata imposta diciamo, io volevo fare letteratura comparata, inglese -italiano. Nel ‘66 erano uscite le “Lettere” di Manzoni, su questo ho fatto la tesi, è stato un bel lavoro ma l’ho subita, me la sognavo anche la notte, “cosa dirò?”, però ne sono venuta fuori. Mi sono interessata poi ad autori come Joyce, “L’Ulisse”, tanti testi li ho conosciuti grazie all’Einaudi, venivano i ragazzi a vendere all’università, belle edizioni con la carta bella liscia
Erano rappresentati?
Venivano non per gli insegnanti ma per gli studenti, ricordo la carta, bella lucida liscia. Poi c’erano queste grandi librerie a Firenze. Con il tempo mi è venuta la passione per la storia, ora sono tornata alla saggistica
Anche perché hai letto talmente tanto
Anche la psicanalisi, Recalcati, Andreoli, nonostante abbia continuato con la letteratura per la mia professione di insegnante
Dove hai insegnato?
Italiano e latino al Liceo, allo Sperimentale, al Linguistico dove ho insegnato anche storia e riscoperto tante cose, scopri tanto insegnando. Poi sono diventata grande amante di Calvino, della letteratura della Resistenza, il Neorealismo, mi piace Pavese, Vittorini, Fenoglio, tutta quella parte lì. Faccio volontariato presso l’Università popolare, ogni anno faccio un autore, anno scorso “La Storia” di Elsa Morante, poi la Resistenza, un percorso sulla poesia, come cambia la visione del paesaggio attraverso la poesia. E poi ho letto Moravia, mi avevano chiesto Primo Levi, brani scelti, era il centenario, lo abbiamo affrontato quasi tutto, leggendo “Se questo è un uomo” per ultimo perché Levi non è solo questo, “Il sistema periodico”, “La chiave a stella”, testi stupendi che andrebbero letti. Un anno abbiamo fatto Sciascia, la letteratura impegnata in un mondo corrotto. Poi anche in pensione ho letto testi della Mondadori, di Pasolini ho letto tante cose
Hai un libro del cuore?
Sì ce ne sono di testi che mi hanno colpito ….uno "La storia di Elsa Morante", un testo notevole, significativo, e poi “Le memorie di Adriano”, e tornando indietro con gli anni “La casa in collina di Pavese, testo letto la prima volta a 15 anni che non potevo capire fino in fondo, e poi Camus “La peste”
Un libro messo all’Indice....
Sì certo, come “Un certo sorriso”, la liberazione, il femminismo, “Paura di Volare”, la De Beauvoir, Sartre. Altri libri che mi hanno accompagnano, Lucrezio , mi piace parecchio lo preferisco a Virgilio rientra nella mia visione del mondo mi piace, mi sono avvicinata anche a testi di antropologia, insomma ho cercato di leggere un po’ di tutto, quando c’è "Il Festival della mente” vado a sentire, magari compro qualche testo, li faccio miei, ci leggo cose dentro. Un autore che mi piace è Matteo Nucci, si occupa di letteratura latina, greca, è bravissimo
Ne prendo nota....
Dionigi anche, “Quando la vita ti viene a trovare”, un testo di grande attualità
Durante il Covid hai letto di più?
Come sempre, mi sono dimenticata: tutti i testi di Umberto Eco “Il pendolo di Foucault”, “Il cimitero di Praga”, testi complicati, dopo un po’ ti addormenti. Magris “La storia non è finita”, te lo consiglio è bellissimo. Giulio Giorello, il filosofo morto ieri (15 giugno 2020). Qualche cosa di giallo e poi ancora Carofiglio che scrive molto bene, parla molto forbito, aveva tenuto un premio ad Imperia, un premio letterario, davano l’incipit di un racconto e i ragazzi dovevano terminarlo, questa mia ex alunna (ora medico) aveva partecipato ed era stata premiata con 300 euro, le sono servite per l’università. Scriveva bene. Mi piace Recalcati, “Il complesso di Telemaco”, anche Crepet, scrive tanto
Se ti dico lettura cosa ti viene in mente?
Apertura al mondo, è la chiave di comprensione del mondo, come diceva Calvino
Già io condivido la sua idea di fare certe letture in età diverse
Io sono convinta che Manzoni non vada letto a 14 anni, ma in età adulta. Ora lo hanno riscoperto per il Covid per i capitoli sulla peste, le paure di ieri che si ripetono oggi, gli untori. Poi ho letto cose di teatro, Dario Fo per esempio
Con le biblioteche che rapporto hai?
Non buono, semplicemente ho l’abitudine di comprarmeli i libri, se voglio sottolineare- sottolineo, devono essere miei, come la lettura online io non riesco
Ultima domanda- Ci sono domande che non ti ho fatto?
Vorrei aggiungere quando secondo me sia importante educare i giovani alla lettura, il digitale poi mi sta bene ma tutto digitale non va bene, c ‘è bisogno di fisicità e di contatto con il libro, capire il testo, saperlo leggere ed interpretare