La storia di Marco

"Quell'estate lessi Diario di scuola di Pennac. Quello fu il libro che rivoluzionò il mio approccio alla lettura e non solo: da quando iniziai a leggerlo, cambiò anche il mio approccio alla letteratura!"
Marco, Lucca, Studente

Se ripenso al mio primo approccio alla lettura non riesco a trovare il ricordo che contiene il titolo del mio primo libro.
Il primo vero ricordo che ho al riguardo ha come protagonista una collana di piccoli libri quadrati chiamati Librottini.
I miei genitori iniziarono a comprarli quando ero molto piccolo ed ancora non sapevo leggere e capitava spesso che,  la sera, prima di dormire, mia madre mi leggesse una di quelle storie.
Li conservo ancora nella libreria e credo che non se ne andranno mai da casa mia così come non se ne andranno mai dai miei ricordi.


Quando iniziai ad andare alle scuole elementari mi appassionai a Geronimo Stilton e lessi un sacco di libri sulle avventure di quel "tipo...anzi topo!".
Tuttavia il libro che mi colpì di più si intitola "la casa della salamandra infernale": un giallo che ha come protagonisti 4 adolescenti... Non dirò altro per non fare spoiler!
Mi colpì molto perché sembrava avere un linguaggio così complicato che mi costrinse a rileggerlo almeno 3 volte per capire quello che raccontava.


Per tutto il periodo delle scuole medie la lettura di libri non mi affascinò, forse anche per il fatto che era forzata: i professori esigevano molto e, per questo, le uniche letture che riuscivo a incastrare nelle mie giornate costantemente piene erano quelle prettamente scolastiche: la Divina Commedia (almeno in parte), i Promessi Sposi, ecc...
Nonostante il periodo non sia stato formidabile, ricordo che in seconda media mi capitò sotto mano un piccolo libro intitolato Il gabbiano Jonathan Livingston... Bellissimo!
La situazione non cambiò con l'ingresso al Liceo, anzi, peggiorò: i primi due anni ero circondato di libri "obbligatori" e il tempo libero scarseggiava…


Solo arrivato in terza superiore (finalmente) trovai il modo di leggere ciò che preferivo: durante le vacanze estive la professoressa di letteratura ci consigliava una lista di libri da leggere dalla quale potevamo attingere titoli se non avessimo idee.
Quell'estate lessi Diario di scuola di Pennac.
Quello fu il libro che rivoluzionò il mio approccio alla lettura e non solo: da quando iniziai a leggerlo, cambiò anche il mio approccio alla letteratura!
Tutto mi sembrava diverso dal leggere libri allo studiare; persino scrivere era più bello!
Piccola parentesi: ho sempre scritto dal momento che mi sembrava l'unico modo per poter capire meglio i miei pensieri; quando nessuno mi poteva ascoltare, io scrivevo e, rileggendo, capivo quali fossero davvero i miei pensieri.
Ma torniamo al discorso...
Dopo quel libro ne sono passati tanti altri: la saga di Harry Potter, alcuni classici della letteratura italiana come il Decameron o l'Orlando furioso, alcuni testi di Goldoni, libri di Psicologia, libri di Storia e molto altro.


L'ultimo testo che ho letto è un piccolo libro sulla matematica che contiene un sacco di giochi e indovinelli divertenti che si possono fare con i bambini.
Penso che leggere sia un'attività unica, in grado di donare emozioni semplici ma fortissime.
È molto importante per un bambino leggere, non solo per imparare a farlo, ma per alimentare la sete di conoscenza che si ha quando si è piccoli: io studio scienze della formazione e, da educatore quale già sono, credo che sarebbe bellissimo se i bambini che oggi si fanno domande su tutto perché vogliono conoscere il mondo che li circonda, tra 20 anni continuassero a vivere la scoperta allo stesso modo in cui la vivono adesso.


Leggere aiuta la mente a non rallentare e a porsi sempre nuove domande, talvolta considerate stupide...
Ma, come disse Charles Proteus Steinmetz: "Non esistono domande stupide e nessuno diventa stupido, fino a che non smette di fare domande".
Non smettete di leggere ragazzi, vedrete che ne varrà la pena!