Pensato in reclusione, condiviso in libertà
(16 aprile 2020 Lockdown per covid-19)
Non è facile, per una "lettrice compulsiva" come me, cercare di raccontare il mio rapporto con i libri senza rischiare di scrivere un tomo alla Ulisse di Joyce (che io stessa ancora non ho trovato il coraggio di leggere).
I primi libri che ricordo sono sicuramente quelli di fiabe e filastrocche che i miei leggevano a me e mia sorella per farci addormentare o semplicemente passare il tempo.
Alle scuole elementari inizia il mio vero amore per la lettura. Forse il primo libro di cui ho ricordo è "L'incompreso", me lo leggeva mia mamma e alla fine, ricordo, piangevano entrambe.
Il maestro di matematica, poi, alla fine delle sue lezioni ci leggeva le "favole al telefono" di Gianni Rodari, le ricordo ancora, le adoravo. (In questi giorni di quarantena le ha lette Stefano Accorsi e ascoltarle mi ha riportata indietro nel tempo).
Ma il primo libro che ho veramente amato è stato il primo preso alla biblioteca scolastica. Quando lo terminai mi scrissi sul diario segreto titolo, autore, titoli dei capitoli, nomi dei personaggi ... avessi potuto lo avrei tenuto per me per sempre.
Con il passare del tempo ho iniziato a voler conoscere autori nuovi. Alle superiori ho frequentato il liceo pedagogico, il primo anno mi venne affidato da leggere per l'estate "La casa degli spiriti". L'ho riletto anche ultimamente, ho imparato a memoria il film, mi sono innamorata della Allende e lessi quasi tutto di lei. Poi sono passata a Gabriel García Márquez e anche di lui ho letto quasi tutto.
Ho attraversato il periodo libri storici, Ken Follet (con la trilogia "I pilastri della Terra/Mondo senza fine/La colonna di fuoco") e Ildefonso Falcones (quando, inaspettatamente, a Barcellona, mi trovai davanti alla cattedrale di Santa Maria del Mar mi sentii mancare il fiato).
Ho letto tante opere di Hermann Hesse, ("Il lupo della steppa" è diventata una specie di Bibbia per me, ogni tanto sento ancora il bisogno di leggerlo). Troppi autori mi affollano la mente. Grazie a Facebook ho conosciuto una persona che mi ha fatto conoscere John Irving e Jose Saramago per il quale ho perso la testa.
Ho amato e amo ancora Henry Miller, Arthur Miller, Alejandro Jodorowsky, Isabella Santacroce ... non riuscirò mai a nominarli tutti.
Vorrei nominare però due libri ai quali sono molto legata che mi hanno aiutata molto nel mio cammino di donna. Il primo è "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estes, e l'altro è "Le dee dentro la donna" di Jean S. Bolen.
Per finire vorrei citare quei libri che proprio non sono riuscita a terminare e che spero un giorno di sapere apprezzare. Due sono di Dostoevskij, "Delitto e castigo" e " I fratelli Karamazov", poi "Il dono" di Nabokov e "On the road" di Kerouac.
Concludo con il libro che mi sta tenendo compagnia in questi momenti di isolamento. Si tratta de "L'ombra dello scorpione" di Stephen King. Parla di un virus letale, era proprio il momento ideale per leggerlo ...!