INTERVISTA A MARUSCA

Devi sapere “ti amo, ti voglio bene, sento la tua mancanza” tutti i giorni non puoi dirlo sempre uguale, serve fantasia nel raccontare le cose e allora ti sforzi di imparare a scrivere, a usare parole nuove. A dire “quanto mi manchi”, “non stare in pensiero” in modo diverso.
Storie di lettura
Marusca, ex sarta, 1938, Lucca

Sbobinatura di intervista registrata a distanza, 11 maggio 2020

Come da scaletta Marusca: qual è il tuo primo ricordo di lettura?

Ero in seconda elementare o in prima, cominciai a leggere con un ragazzo più grande di me, ci si nascondeva perché gli altri ragazzi ci portavano in giro e noi si leggeva i giornalini a fumetti

I fumetti?

Si ce li scambiavamo

Vi nascondevate?

Si una volta nelle corti si stava tutti insieme e ci si nascondeva perché ci prendevano in giro

Perché leggevate?

Si perché si leggeva

E loro giocavano…

E sì gli altri non erano interessati a leggere

Anche leggere è un gioco

Si erano giornaletti che uscivano una volta a settimana, come “Sciuscià”, io ne compravo un tipo lui un altro e ci si scambiavano, si discuteva sul giornaletto. Anche a casa, da più grande, mio papà nel dopoguerra comprava “La Domenica del Corriere”, “La tribuna illustrata”, ce li passavamo, ed era quasi un gruppo di lettura casalingo

Familiare

Si, cinque figlioli e due genitori, e c’era il confronto di quello che si leggeva, mio “pappà” ci teneva tanto

Alla lettura?

Si e che noi ci tenessimo aggiornati

Gli anni dopo la guerra?

Si io sono nata nel ‘38

Le scuole elementari quando le hai fatte?

Nel ‘45

Periodo bellico

Pensa ho fatto Comunione e Cresima prima di entrare a scuola

Addirittura

Sì a maggio, e la scuola a settembre

Che tipo di libri leggevate a scuola?

Solo il Sussidiario, c’era tutto lì, un libro giallo mi ricordo, e poi due quaderni, uno a righe e uno a quadretti, per i pensieri e i conticini

La scuola com’era? Immagino all’epoca c’erano tanti problemi

Avevo un’ insegnante per tutto, la scuola era seguita abbastanza bene. Io non vedevo l’ora di andare a scuola, conoscere nuovi orizzonti. Avevo un’insegnante molto fine, andava nella bottega di mio padre per chiedergli di farmi continuare la scuola, l’ho avuta dalla prima alla quinta ma ci siamo frequentate anche dopo perché lei voleva sapere come andavo le cose.

Alle elementari

Dopo la quinta elementare non sono più andata a scuola, mio “pappà” decise così, però non mi mandò neanche a lavorare perché a me non mi piaceva

Eri piccola

E appunto ma all’epoca si andava, a 12 -13 anni, poi imparai a ricamare, ho seguito un corso di 5 anni di taglio e cucito

A Lucca

A Lucca taglio, a San Pietro a Vico cucito

Le elementari?

A San Pietro a Vico, dove ho fatto la sesta serale, e la terza media l’ho presa nel ‘75 quando avevo già tre figlioli e cucivo in casa

Hai fatto le scuole serali

Si il primo anno, era per i lavoratori

Le 150 ore!

Si

Io me ne occupo all’Università…

Si erano interessati soprattutto i lavoratori, io cucivo in casa ma ci sono voluto andare lo stesso

Come era composta la classe?

Era mista, maschi, femmine, più grandi e piccoli, io nel ‘75 avevo 37-38 anni, ero contenta di farle, i lavoratori ci andavano soprattutto perché per svolgere certi tipi di lavoro serviva la scuola media, anche per fare la bidella

Tu l’hai fatta per gratificazione immagino

Si

Dove? Sempre a San Vito?

A Lunata. Ho sempre dei quaderni

Ah sì?

Si qualcosa ho. Ne ho solo uno perché ci andò anche mia sorella e i libri e le dispense me li hanno presi tutti, quelli della 5° elementare sono finiti pure in America. Si perché un’insegnante sapendo che un ragazzo andava con la famiglia ad aprire un ristorante in America gli disse “se vai in America devi studiare portati via i libri della Cannoni” e si portò via tutti i miei libri, delle elementari non mi è rimasto niente

Sei rimasta soddisfatta delle 150 ore?

Si molto

Poi indagheremo con un’intervista apposita sulle 150 ore, mi farebbe piacere

Certo, si si, volentieri, ci fecero fare anche il tema, il primo, “perché frequenti le 150 ore”

La motivazione, era un tema ricorrente

E io risposti per capire il mondo, sapere quello che non sapevo

Anche per le donne era importante, considerando il tempo

Certo, io ci andai perché mia suocera mi disse di portarci la mia cognata che voleva entrare in carcere come bidella, lei non finì io si

Un bellissimo aneddoto

A me è piaciuta tanto questa scuola

Vi davano letture, cosi si torna sul tema dell’intervista

Pure inglese ci hanno fatto fare, mi ricordo per fare un esame a me stessa, vedere se ero preparata, andai in pasticceria in via vittorio Emanuele, e chiesi la colazione in inglese. E questa cosa la prof. di inglese rimase felice, ogni tanto la vedo a ancora a teatro perché erano persone più giovani di me

Bene mi fa piacere sia emersa questa cosa, la prossima settimana ti intervisto nel dettaglio su questo

Si si va bene

E tornando all’intervista….

A 14 anni ho fatto la sesta serale, nel ‘52, quello che era serale facevo tutto. C’è stato un periodo in cui qualcuno non ha preso la 5° elementare, facendo la sesta serale, davano la 5°. Io la quinta l’avevo già presa ma lo studio mi piaceva e allora feci la sesta. A questa signora che ci insegnava piaceva italiano, farci fare i temi, era un’insegnante in pensione. Feci il tema sull’alluvione nel Polesine e lei si meravigliò, lo passò al figlio che andava all’università per far vedere che i suoi alunni erano bravi e ne era orgogliosa. 

Senti te

I miei figli mi portano in giro

Devi essere orgogliosa

Ho fatto tutto volentieri, mi sono data al cucito, facevo abiti da sera per matrimoni ed insomma mi piaceva anche il lavoro che facevo e quindi quello che era serale pur di studiare andavo. Non rimpiango niente, ho fatto sempre quello che volevo. Poi tra me e mio marito ci scrivevamo tutti i giorni delle lettere, 400 lettere, lui lavorava a Torino

Dove lavorava? In Fiat?

No, alle ferrovie

E quindi era lontano

E sì ma tutti i giorni non potevi scrivere sempre le stesse parole, dovevi trovarne di diverse, scrivere gli stessi sentimenti ma in un modo diverso.  Devi sapere “ti amo, ti voglio bene, sento la tua mancanza” tutti i giorni non puoi dirlo sempre uguale, serve fantasia nel raccontare le cose e allora ti sforzi di imparare a scrivere, a usare parole nuove. A dire “quanto mi manchi”, “non stare in pensiero” in modo diverso.

Giusto. Tornando alla lettura, elementari, sesta serale….

Sesta serale si fatta a 14 anni

Con una docente brava mi dicevi

Si con questa signora molto interessata, era una signora anziana mi diceva “Ma guarda queste Cannoni come sono brave”, aveva avuto le mie sorelle più grandi alle elementari. Io sono andata quando lei era già in pensione, ho fatto con lei la sesta elementare, era dello stesso paese

Vi dava da leggere?

Si e poi mi chiese come avevo fatto il tema sul Polesine perché era interessante, le dissi che lo avevo fatto con giornali e radio, mi ero documentata bene

E in questo frangente cosa hai letto?

“Cuore”, tutti quei libri lì li ho letti, “Cuore” mi ha commosso, tu lo hai letto?

Si certo

E appena mi sono sposata mi sono comprata i libri su come convivere con una persona, con i figli i libri dell’adolescenza

Hai letto anche i libri di scuola dei tuoi figli?

Io ero piuttosto severa, sapevo di genitori che si davano da fare a studiare per poi fare i compiti ai figlioli, io no però li portavo dove volevano, faceva certi temi mio figlio faceva le inchieste già da piccolo poi è diventato giornalista. L’inchiesta l’ho fatta pure io sull’adozione, da grande,  sui genitori adottivi. Ho scritto le emozioni di una nonna nell’adozione perché mio figlio ha adottato un bimbo, ha partecipato pure al premio “I racconti della rete”, si chiama “Prendiamo la luna”. Si perché lui mi diceva sempre “Nonna mi prendi la luna” e io gli rispondevo che se gli prendevo la luna avrebbe voluto anche il sole. E’ un furbone.

Immagine poetica….

Si quando mio figlio ha adottato volevo capire come funziona e ho fatto una sorta di inchiesta sull’adozione intervistando 7-8 persone

Al gruppo di lettura come sei approdata?

Frequentavo già il “Viviani”,  un circolino di letture libere, ci vado i primi mercoledì del mese si portano le proprie letture o pagine di un romanzo che ci sono piaciute….

Da quanto tempo lo frequenti?

Da 6 anni

Caspita

Io quando leggo sono felice, io non mi addormento senza leggere, io un libro lo porto sempre a fondo. E il gruppo di lettura lo dissi io ad Alice di farlo, prendevo tanti libri e le dissi così. Appena lo hanno fatto mi hanno chiamato

Sei tra le madri fondatrici del gruppo di lettura?

No no no, con Alice ho un buon rapporto, Antonella, sono cosi carine. Mi accorgo al gruppo di lettura che siete tutte persone di cultura, io no io mi sento ignorante

Ma che dici Marusca hai fatto la scuola 150 ore, le serali, devi essere orgogliosa del tuo percorso

Tornavo alle undici mezzo lasciavo tutto da governare, c’avevo da fare con tre figlioli e il cucito. Sono contenta di quello che ho fatto e al gruppo di lettura imparo tanto. Io guardo la storia di un libro, c’è chi invece commenta su come è scritto, qualcuno magari ha sfumature più sottili e io apprendo anche così.

Il libro che ti è piaciuto di più di quelli fin ora letti al gruppo?

Non saprei, 30 libri credo si siano letti al gruppo di lettura

Li hai tutti con te?

Si ognuno con il mio resoconto

“Il Ponte sulla Drina” ti è piaciuto?

Si si poi a Lucca abbiamo il Ponte del Diavolo, mi ha affascinato la storia, mi piacerebbe salirci

La tua formazione Marusca è stata tutta al di fuori della scuola, ecco libri come “Promessi Sposi” li hai mai letti?

Si come mi sono piaciuti, ti posso raccontare?

Certo, in che occasione li hai letti?

L’ho letto in questi anni, mi è piaciuto tanto, i miei nipoti alle superiori mi facevano leggere Pirandello e mi facevano fare il riassunto. Loro leggevano il riassunto e si lamentavo che erano troppo lunghi. Ho letto anche il “Il giardino dei Finzi Contini”

Quindi ti sei fatta le scuole con i nipoti

Mi portavano il libro e io facevo il riassunto, ad uno gli ho fatto “1984” di Orwell.  All’altro nipote ho fatto Pirandello e Manzoni

Pirandello?

Si “Il Fu Mattia Pascal”, quanto mi ha divertito.

Passivamente con le scuole dei nipoti, hai acquisito cultura

Io non mi sento una persona di cultura, e non mi presento per quella che non sono. Ho avuto una vita vissuta, mi sono sempre difesa bene e ho fatto sempre quello che volevo, con mio marito sono stata bene. Mio marito era buono ed intelligente, mi ha lasciato tanti libri, ha letto tanto, io li leggo ora, li ho tutti sù

Un eredità letteraria

Diamine, era sempre a leggere, a comprare libri, una volta a pranzo misi da una parte Trilussa, da una parte Cechov e gli dissi “qui se continui a comprare libri si mangiano questi…”

Un bellissimo aneddoto, lui le fece le scuole superiori?

Si dà sposato ha finito, ha fatto ragioneria. Dopo che smisi io le 150 ore prese ragioneria tre anni di scuola superiore serale. Lui era capo in ferrovia.

E ti regalava libri?

Si certo, quando ero incinta del secondo figliolo. Sapeva che mi piaceva leggere, anche quando andavo a letto e mi svegliavo alle quattro, gli dicevo” ti disturbo se leggo?”. “No no” e allora mi mettevo a leggere. Un giorno mi regalò un libro “Love Story”, ero incinta della seconda, mi disse (era il mio compleanno), “ti regalo questo libro cosi stai in poltrona e ti riposi leggendo”

Love story

Si mi sembra, una storia d’amore

Questo libro quindi te lo ricordi per questo evento, la seconda gravidanza. Immagino tu abbia una bella biblioteca

Si ho tante cose. Mi ricordo una volta mi mandò a comprare un libro messo all’Indice

Voltaire, Sartre…

No No, un altro.  Ce l’ho su, tutti guarda. Andai in San Giusto e c’era un prete che stava per essere servito e mi fece certe occhiacci, mi disse “signora compra un libro messo all’Indice?”. E che so io, mio marito mi disse vai a prendere questo libro

Ti ricordi il titolo

Se vuoi vado sopra

Hai un bella biblioteca

Si ne ho due, una l’ha fatto mia marito in legno. Ora voglio trovare quel libro. Guarda avevo “Il ponte sulla Drina”, ce lo avevo già, era d mio marito. Ecco! “La Pelle” di Curzio Malaparte, “Kaput” anche c’ho. Ma tu guarda ho preso in prestito “Il ponte sulla Drina” e ce l’ho già. Quando andai a comprare “La Pelle” mi dissero che era all’Indice

Non erano libri ben visti

Guarda quanti libri ho, e poi ho trovato un sacco di libri, tutti rimpiattati che aspettano di essere letti

Un libro preferito?

Ne ho letti troppi, forse qualcuno tra quelli letti al gruppo di lettura

Libri che non hai finito?

No, io li finisco tutti, qualcuno letto pure due volte, libri magari difficili per me e ci sono voluta arrivare

E tornando indietro libri specifici per ragazze, ecco sei nata in un epoca in cui il genere era sentito?

“Piccole donne” l’ho letto più da grandina, non andando a scuola ho perso tanto, sono andata a lavorare e la lettura era una svago per me, anche quando ero fidanzata leggevo le lettere di mio marito

E “Iliade”, “Odissea”, che sono libri prettamente scolastici?

No, mai, forse se me li dessero al gruppo di lettura chissà

E sono libri prettamente scolastici, alcune volte odiati dagli studenti

A me la Ferrante non è piaciuta tanto, ne parlavo anche al gruppo di lettura, lo sceneggiato si, dell’  “Amica geniale”….

Un ultima domanda. Ci sono cose che non ti ho chiesto?

E una vita vissuta la mia, avrei tante cose da dire

Aneddoti che ti vengono in mente

Adesso ho scritto un’autobiografia e li c’è tutto, l’ho portata in tipografia a stampare. La volevo stampare per poi lasciarla ai miei figli.

Che bello! Sai a Pieve Santo Stefano c’è l’archivio diaristico mentre ad Anghiari La Libera Università dell’autobiografia, il vissuto delle persone è importante, per avere una storia dal basso

I miei ricordi, ho scritto quello che ricordo della mia infanzia, i tedeschi, ho vissuto tante cose, racconto quello che vedevo e sentivo. Sono andata a scuola finita la guerra.  Alla fine del ‘45 sono andata a scuola

Bene direi che abbiamo finito, grazie Marusca