Il racconto di Donatella

....mi sentivo un po' Renzo, un po' Lucia, alle volte l'Innominato, quei personaggi non erano più inventati ma vivi, parte di me e della mia esistenza.
Storie di lettura
Donatella, Lucca.

Lucca. 25 marzo. 2020

Il primo libro che ricordo di aver letto è "Gli aristogatti" di Walt Disney.

Avevo sei anni e per tutte le vacanze di Natale sono rimasta incollata a quel regalo; gli altri doni, anche se più costosi e divertenti, non mi interessavano. Quella copertina color rosa con Duchessa e Romeo in primo piano mi ammaliava, mi chiamava. Pur sapendo leggere a mala pena volevo scoprire come proseguiva la storia e volevo districare quelle lettere a lato delle meravigliose illustrazioni. Avrei dovuto capire che le mie due grandi passioni erano già li che mi attendevano, la lettura ed il disegno...

Ricordo poi un libro letto alle medie, si intitola "Emma ed io" di Sheila Hocken, è la biografia dell'autrice che a causa di una malattia genetica all'età di 4 anni diviene cieca. Un libro commovente che parla dell'amore per il cane guida Emma, della tenacia dell'autrice, dell'incontro con l'amore della vita e della recuperata vista, grazie ad un'operazione. Se lo rileggessi adesso sono sicura che non mi commuoverebbe come allora e lo troverei a tratti stucchevole, ma in quel momento mi colpì la determinazione di Sheila, il suo amore per la vita e la ricerca di una propria indipendenza, elementi fondamentali per la me allora adolescente.

Alle scuole superiori poi ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti di lettere "illuminati", capaci di trasmettermi l'amore per la letteratura. "I promessi sposi" ad esempio li ho vissuti come una lettura piacevole e necessaria, il professore ci leggeva in classe brani del testo con tale passione e trasporto da farmi partecipe di quel mondo; mi sentivo un po' Renzo, un po' Lucia, alle volte l'Innominato, quei personaggi non erano più inventati ma vivi, parte di me e della mia esistenza. Leggerlo era ogni giorno una esigenza, il desiderio di entrare dentro a quelle esistenze e a quell'epoca.

Per quanto riguarda i libri "obbligatori" non ho avuto problemi a leggerli, forse perchè i testi che mi erano stati assegnati non erano troppo complessi o semplicemente perchè in ognuno di essi trovavo qualcosa di nuovo, un luogo nel quale vivere per qualche giorno, uscendo dalla mia monotona quotidianità.

La lettura di questa mia quarantena è "Anna Karenina" di Lev Tolstoj che allevia le mie solitarie giornate. Ogni mattina è un piacere sapere che è lì ad attendermi e che aprendolo ritroverò i miei amati personaggi con le loro formalità, le loro buone maniere e le loro complessità. Una scrittura profondamente sincera che indaga la natura dell'essere umano e il sentimento più complesso e trasversale, l'amore.